Attrice nata
"Da bambina ero piuttosto sfigata, e
spesso ero malata: scarlattina, morbillo, parotite,
febbre reumatica, polmonite acuta... Soprattutto, ero
molto strabica dall'occhio sinistro, avrebbero dovuto
operarmi ma i miei genitori non avevano abbastanza
soldi, così per anni ho dovuto portare un tappo oculare
per correggere lo strabismo... Ho reagito a tutte le
sfighe esibendomi: ero la "esibizionista" di famiglia,
sempre pronta a cantare, ballare, recitare una poesia o
quello che mi saltava in mente, per il pubblico
casalingo dei miei genitori, delle mie sorelle e di mio
fratello".
Appena ci arrivi
"Amo New York, la amo veramente: a New
York ho imparato che niente è impossibile. Lo capisci
subito, appena ci arrivi, che è una città diversa da
tutte le altre, perché vedi subito che a nessuno frega
niente di come sei vestito. Ammesso che tu sia
vestito...".
Vera grandezza
"Ammiro la grandezza, comunque si esprima.
Dico davvero, per me conta solo la vera grandezza. Non
mi interessa se sei una grande cuoca, una grande
parrucchiera o una grande pittrice: basta che fai
davvero bene quello che hai deciso di fare".
Figlia d'arte all'incontrario
"Mio padre ballava benissimo e sognava di
diventare un ballerino di tip-tap professionista, mia
madre cantava in maniera grandiosa, e avrebbe avuto
buone chance nel mondo dello spettacolo. Ma entrambi
avevano dovuto appendere al chiodo i loro sogni per
lavorare e mantenere la famiglia... Forse la mia voglia
di esprimermi a dispetto di ogni difficoltà è anche una
forma di reazione per la condizione dei miei genitori:
sono una "figlia d'arte" all'incontrario.
Narcisismo
"Mi hanno spesso definita "androgina", ma
non è una definizione giusta e neanche interessante. Per
quanto mi riguarda, io sono una donna che ama gli
uomini, e alla quale piacciono anche le donne.
L'immagine femminile mi stimola più dell'immagine
maschile. Quando scrivo una poesia, per esempio, scrivo
di donne, perché sono una donna, e gli artisti sono
sempre affetti da narcisismo... D'altronde, tutto il
genere umano soffre di narcisismo".
Vocali luminose
"Le vocali sono le lettere più luminose
dell'alfabeto. Sono proprio le vocali a dare colore e
anima alla poesia e al linguaggio.
Contesti diversi
"La vita degli artisti prestati al rock è
dura, perché i contesti sono molto diversi. Credo che
l'esempio assoluto dell'artista attivo in questo ambito
sia stato Jim Morrison, cioè colui che più di ogni altro
è stato capace di usare se stesso, la scrittura, il
concerto, la musica stessa come veicoli per una
performance di arte totale. Forse vale anche per Jimi
Hendrix, ma non ne sono del tutto convinta. Hendrix mi
sembrava più il tipo del folle profeta; era come una
specie di Artaud del rock, perché aveva in sé un demone
che doveva esprimersi in qualche modo, e che lui
continuava a portarsi dentro... Io non voglio diventare
così: ho una visione molto più romantica, e poi voglio
vivere. Anzi, spero proprio di riuscire a coniugare i
due aspetti, arrivando ad essere un'artista che non si
autodistrugge".
Per le rime
"All'inizio nessuno voleva saperne di me.
Non avevo nemmeno un microfono, così ero costretta a
gridare le mie poesie. Tra gli spettatori c'era sempre
qualcuno che sbraitava: "Trovati un lavoro! Ritornatene
in cucina!", ma io gli rispondevo per le rime".
Modestia
"Come chitarrista sono parecchio limitata,
e non sono nemmeno una musicista... Le canzoni che
scrivo nascono dai miei istinti e dal mio rapporto con
la musica".
Nuove strade
"Sono un'artista che rompe gli schemi,
però non l'ho mai fatto per stupire. Rompere gli schemi
non significa buttare a mare tutto ciò che esiste, vuol
dire cercare nuove strade. La creatività per la mia
generazione è un'esplorazione continua alla ricerca di
energie nuove. L'arte e la cultura non hanno limiti, e
il mio compito è di rendere normale ciò che alcuni
considerano strano".
11.7.2014 - Fine 2^ (e ultima) parte
-
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