PATTI SMITH SHOW - A cura di James Federici - 2011 - Edizioni Blues Brothers

 

SELEZIONE BIBLIOGRAFICA (seconda parte)

 

 

Attrice nata

"Da bambina ero piuttosto sfigata, e spesso ero malata: scarlattina, morbillo, parotite, febbre reumatica, polmonite acuta... Soprattutto, ero molto strabica dall'occhio sinistro, avrebbero dovuto operarmi ma i miei genitori non avevano abbastanza soldi, così per anni ho dovuto portare un tappo oculare per correggere lo strabismo... Ho reagito a tutte le sfighe esibendomi: ero la "esibizionista" di famiglia, sempre pronta a cantare, ballare, recitare una poesia o quello che mi saltava in mente, per il pubblico casalingo dei miei genitori, delle mie sorelle e di mio fratello".

 

Appena ci arrivi

"Amo New York, la amo veramente: a New York ho imparato che niente è impossibile. Lo capisci subito, appena ci arrivi, che è una città diversa da tutte le altre, perché vedi subito che a nessuno frega niente di come sei vestito. Ammesso che tu sia vestito...".

 

Vera grandezza

"Ammiro la grandezza, comunque si esprima. Dico davvero, per me conta solo la vera grandezza. Non mi interessa se sei una grande cuoca, una grande parrucchiera o una grande pittrice: basta che fai davvero bene quello che hai deciso di fare".

 

Figlia d'arte all'incontrario

"Mio padre ballava benissimo e sognava di diventare un ballerino di tip-tap professionista, mia madre cantava in maniera grandiosa, e avrebbe avuto buone chance nel mondo dello spettacolo. Ma entrambi avevano dovuto appendere al chiodo i loro sogni per lavorare e mantenere la famiglia... Forse la mia voglia di esprimermi a dispetto di ogni difficoltà è anche una forma di reazione per la condizione dei miei genitori: sono una "figlia d'arte" all'incontrario.

 

Narcisismo

"Mi hanno spesso definita "androgina", ma non è una definizione giusta e neanche interessante. Per quanto mi riguarda, io sono una donna che ama gli uomini, e alla quale piacciono anche le donne. L'immagine femminile mi stimola più dell'immagine maschile. Quando scrivo una poesia, per esempio, scrivo di donne, perché sono una donna, e gli artisti sono sempre affetti da narcisismo... D'altronde, tutto il genere umano soffre di narcisismo".

 

Vocali luminose

"Le vocali sono le lettere più luminose dell'alfabeto. Sono proprio le vocali a dare colore e anima alla poesia e al linguaggio.

 

Contesti diversi

"La vita degli artisti prestati al rock è dura, perché i contesti sono molto diversi. Credo che l'esempio assoluto dell'artista attivo in questo ambito sia stato Jim Morrison, cioè colui che più di ogni altro è stato capace di usare se stesso, la scrittura, il concerto, la musica stessa come veicoli per una performance di arte totale. Forse vale anche per Jimi Hendrix, ma non ne sono del tutto convinta. Hendrix mi sembrava più il tipo del folle profeta; era come una specie di Artaud del rock, perché aveva in sé un demone che doveva esprimersi in qualche modo, e che lui continuava a portarsi dentro... Io non voglio diventare così: ho una visione molto più romantica, e poi voglio vivere. Anzi, spero proprio di riuscire a coniugare i due aspetti, arrivando ad essere un'artista che non si autodistrugge".

 

Per le rime

"All'inizio nessuno voleva saperne di me. Non avevo nemmeno un microfono, così ero costretta a gridare le mie poesie. Tra gli spettatori c'era sempre qualcuno che sbraitava: "Trovati un lavoro! Ritornatene in cucina!", ma io gli rispondevo per le rime".

 

Modestia

"Come chitarrista sono parecchio limitata, e non sono nemmeno una musicista... Le canzoni che scrivo nascono dai miei istinti e dal mio rapporto con la musica".

 

Nuove strade

"Sono un'artista che rompe gli schemi, però non l'ho mai fatto per stupire. Rompere gli schemi non significa buttare a mare tutto ciò che esiste, vuol dire cercare nuove strade. La creatività per la mia generazione è un'esplorazione continua alla ricerca di energie nuove. L'arte e la cultura non hanno limiti, e il mio compito è di rendere normale ciò che alcuni considerano strano".

 

11.7.2014 - Fine 2^ (e ultima) parte - Prima parte