L'ultima
pazza idea di Patty
ARTICOLO DI RENATO MARENGO - CIAO 2001 (26 AGOSTO 1973)
- FOTO D'ARCHIVIO
Che succede nella
musica? Nei gusti del pubblico, nei cambi di
stili, formule, evoluzioni o involuzioni? Crisi a parte, presenti
senz’altro per un momento di stanchezza creativa da parte della
musica di rottura (che è tale proprio in funzione del fatto che ad
un certo momento rivoluziona schemi e tradizioni per creare qualcosa
di duro, di dirompente, di assolutamente opposto a ciò che per anni
o decenni ha tenuto banco), siamo al momento della resa dei
conti per quelli che si sono lanciati a capofitto nella mischia
rinnovatrice, ed assistiamo ai ritorni clamorosi in tutto il mondo.
Corsi e ricorsi? Sembrerebbe proprio di si, se constatiamo che i
Beatles, a distanza di dodici anni, a circa quattro anni dal loro
"scioglimento ufficiale", sono nuovamente primi nelle classifiche
mondiali con gli stessi brani di una volta... Si ma i Beatles sono i
Beatles... Anche questo è vero, ma non perdiamo di
vista le esperienze, le evoluzioni, i ritorni di tanti artisti,
all’avanguardia di ieri, che, involutisi o comunque vittime delle
esigenze dei discografici o del mercato, per un certo periodo hanno
dato forfait alla loro vena “progressiva", per dedicarsi, spesso un
po’ troppo, a quello che reputavano il "prosieguo" di una carriera,
il consolidamento del proprio successo. Queste se vogliamo, le
colpe. A loro difesa c’è da dire che per un normale e logico
discorso di "ricambio", di sopraggiungere di forze nuove (chiamiamole pure
"nuove tendenze") hanno dovuto farsi da parte:
"largo ai giovani" è comunque un grido sempre valido, sempre attuale
(giovani di idee non solo d’età). Poi, come sempre, dopo ogni
exploit, dopo ogni rivolta, avviene una riselezione, vengono tirate
nuovamente le somme e dei cinquemila fattisi avanti, accettati in
perfetta buona fede per "buoni", ne restano i famosi due o tre. Ed
il ciclo continua per aprirsi o richiudersi a seconda del momento
storico.
Protagonista del periodo italiano del cosiddetto
"beat", è
stata senza dubbio Patty Pravo, nata addirittura (musicalmente
parlando) come "la ragazza del Piper", quando il locale romano
costituiva la mecca del pop nascente in Italia. Per una donna
imporsi nel mondo della canzone è sempre stato un
fatto difficile, ambiguo, rischioso: se troppo sexy il personaggio
rischia di compromettere l’autenticità musicale; se diviene un
personaggio, inevitabilmente la stampa scandalistica se ne
impadronisce perché ai lettori dei settimanali scandalistici
interessa più sapere quanti uomini al giorno cambia, chi tradisce,
se prende il sole nuda o vestita, se è omosessuale o meno, se si
sposerà e via discorrendo, che non se sia musicalmente valida o se fa un
discorso con qualche significato o meno. Ha inciso "La bambola" ed
altre cosucce commerciali che i discografici, preoccupati
esclusivamente di sfruttare il "momento" e di far durare tale
momento il più a lungo possibile, le hanno suggerito di fare. Mal
guidata senz’altro, Patty Pravo, pur continuando a fare canzoni che
nell’ambito del settore "ormai" leggero in cui era cascata venivano
scelte con una certa cura, restava sempre vicina al mondo che
l’aveva "partorita", a quel mondo che l’aveva fatta vivere da vera
hippy per diversi anni.
"Sono sempre rimasta Patty Pravo, anche se
sbagliavo, anche se mi ero allontanata dal genere musicale autentico
che mi è sempre stato congeniale e che ho continuato a portarmi
dentro. Questo è importante: sono sempre rimasta Patty Pravo, ho
fatto canzoni, le migliori che mi riusciva di "beccare", nel
migliore dei modi possibile; ho fatto cose commerciali. Ora so di
aver sbagliato. Ma l’arco della vita di un artista è come della vita
di ogni essere umano ha i suoi alti, i suoi bassi, i suoi momenti
migliori. Fare errori è umano, l’importante è accorgersene ed essere
pronti a rischiare nel ricominciare dal verso giusto".
Questo
mi ha detto
dunque Patty, che ho intervistato per sapere dalla sua stessa voce
cosa vi fosse di vero in questo suo ritorno al pubblico di una
volta, al suo genere, che sostiene di non aver mai smesso un solo
istante di preferire.
"Dentro
non ho mai cambiato - prosegue la cantante – Ho sempre saputo quale
fosse la musica, quale no; ho comunque sempre fatto
professionalmente tutto ciò che mi veniva suggerito di fare. Ho
voluto rischiare, ripeto, consapevolmente; ho fatto per un certo
periodo altre cose; ciò non significa che oggi non possa nuovamente
essere me stessa. Effettivamente oggi mi riconosco, mi identifico
nuovamente nella ragazza che ama la musica che amate voi, e che fa
la musica che piace a voi".
Patty ora veste
come una ragazza normale: camicetta e jeans; ha perso quell’aria
fatale che l’aveva spinta tanto lontano dal nostro mondo,
eccessivamente sofisticata, anche se sostiene di amare gli abiti
lunghi, neri e di non vedere perché non dovrebbe indossarli.
"Purtroppo
il destino di noi cantanti italiane è quello di essere perseguitate
dai giornalisti alla ricerca di chissà quali fatti anormali: della
mia vita sentimentale sono padrona solo io così come lo è ogni
ragazza adulta; il fatto che certa stampa si sia interessata alla
mia vita privata, non significa che io, come cantante, sia
peggiorata, migliorata o cambiata: sono sempre stata io, non li ho
certo fatti appostare io i fotografi e giornalisti agli angoli di
casa mia, nel portabagagli o non so dove".
Ma in
definitiva, questo tuo “ritorno” al "vecchio amore" o come dici tu,
questa possibilità di poterti nuovamente esprimere come hai sempre
amato fare, da cosa è stato motivato?
"Da una mia presa di
posizione nei confronti dei discografici, dalla sicurezza di poter
fare, di poter dire, di potermi esprimere senza sfigurare, col
rischio consapevole di poter fare un buco, dal punto di vista
commerciale, ma con la convinzione di riuscire a dimostrare che ho
avuto ragione io a tornare a fare ciò che mi è più congeniale, in
maniera attuale, moderna. Senza la pretesa di fare rock, o pop o
altre etichette, ma con l’intenzione di esprimermi come "Patty
Pravo", una cantante che si informa, ascolta dischi, ama la musica e
sente di avere qualcosa da dire a modo suo".
Le copertine dei 45 giri di PAZZA IDEA in versione
tedesca e spagnola
E questo spettacolo
che hai messo su con i Cyan, i Four Kents ed altri ballerini, cosa
rappresenta per te?
"Uno spettacolo. Il mio modo di concepire lo
spettacolo, uno show con una cantante attuale che faccia musica:
Diana Ross e le Supremes, Ike e Tina Turner, Martha Reeves, Isaac
Hayes e tanti altri non sono che alcuni esempi del mio tipo di show.
Con i Cyan non è stato altro che un ritorno; come ricorderai erano
il mio gruppo ai tempi di "Ragazzo triste" (la versione italiana di
"But you are mine"). Comunque non rinnego il mio passato: posso aver
sbagliato per un certo periodo nella scelta del mio sistema di
programmazione, ma mi ritrovo, oggi che consapevolmente ritorno a
fare musica seria, non commerciale, impegnata, nuova, che propongo
un tipo di spettacolo che da anni sognavo di poter realizzare, con
tanta, tantissima esperienza alla spalle; anche se in parte
sbagliata: tanto meglio. L’importante è essere sempre onesti e
consapevoli, è avere la coerenza di dire basta e ricominciare tutto
daccapo. L’importante è farlo con la stessa convinzione, entusiasmo,
con cui l’ho già fatto anni fa. Se riuscirò o meno a far successo
non mi importa più: l’importante è che quello che faccio oggi sia
veramente musica di oggi".
E in realtà ci
troviamo di fronte a una Patty Pravo diversa: ne è la prova
l’ultimo suo disco "Pazza idea" (e le sue esibizioni negli
ultimi periodi, soprattutto in questa estate). Un disco che,
oltre ad avere degli ottimi brani, con una linea musicale
molto moderna, ha offerto alla cantante veneziana l’occasione
per trasformarsi: non più quel tono roco della voce, non più
la necessità di sottolineare l’esecuzione con gesti ampi e
quasi drammatici, ma la possibilità di una interpretazione più
aderente ai tempi con una tecnica che ci fa sentire Patty
Pravo molto più vicina a noi. E che indubbiamente sia più
gradevole, è dimostrato dal fatto che in questi ultimi tempi
troviamo Patty Pravo in vetta alle classifiche dei dischi, sia
45 giri sia dei LP
Pagina inserita il 7.5.2016
ULTIMO AGGIORNAMENTO
23.9.2020
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