Recensione di Ernesto Picenni
"Il rock, come la scultura, è il
corpo solido di un sogno. E' un'equazione tra volontà
e
visione, è la forma di una piuma che dà l'essenza del volo.
Rimbaud predisse che le donne liberatesi del giogo maschile
avrebbero creato nuovi ritmi, nuova poesia,
nuovo onore e
bellezza, ed io credo profondamente in questo." Patti Smith
Dalla
fine degli anni Settanta agli inizi degli anni Ottanta,
Patty
Pravo è stata per me l'unico vero personaggio rock
femminile italiano. L'ho amata con la stessa intensità e
volontà con cui ho amato artisti come Patti Smith, Nico,
Siouxie o Marianne
Faithfull. Tutto in lei era rock and roll, i suoi
atteggiamenti, le sue provocazioni verbali, il carisma e il
fascino che emanava sul palcoscenico, oltre all'innato senso
del ritmo. Ma, prima di tutto, ciò che mi colpiva era l'uso
particolare
della voce, così diverso e lontano dalle
sue incisioni
più popolari. Mi resi conto che questa donna poteva cantare il
rock: potere, passione e sex-appeal. Il suo stile
inconfondibile, unito a una forte carica emotiva interiore,
la rendeva unica: molti dei brani presenti in lavori come Biafra,
Miss Italia, Munich
Album e Cerchi sono l'esempio tangibile di un lento
ma radicale cambiamento.
1982 - L'avvento della
new wave sugli scenari musicali di mezzo mondo aveva già travolto i vecchi stili, creando nuove sonorità e nuovi ritmi, e
Patty Pravo già in Munich Album ne era rimasta sensibilmente coinvolta;
ma
è soprattutto in CERCHI che l'artista accentua il suo amore
per il rock.
Trovo estremamente difficile parlare di un lavoro
che amo profondamente, un amore fatto di lunghi e ripetuti
ascolti. CERCHI rappresenta il primo autentico disco rock,
privo di incertezze o di cedimenti sonori, realizzato da un'
interprete italiana. In questo disco Patty dimostra di aver
filtrato sapientemente ritmi new wave (Cerchi,
Parole, Harlem Rock e Motion Dance), accenni
funky (Let's go), sonorità reggae (Je ne sais pas e
Safari park) ed avvolgenti melodie dai richiami orientali (La viaggiatrice
You), legando e colorando il
tutto con atmosfere elettroniche che donano al lavoro un respiro
fortemente internazionale. Ma il disco ha un lungo cammino
temporale e nasce grazie alle esperienze acquisite nella
realizzazione di opere precedenti, come il
bellissimo Biafra (album denso di sperimentazione e
coraggiosamente anticipatore) e Munich Album, dischi
che a mio parere vanno considerati come basi di partenza delle nuove
intuizioni musicali.
CERCHI è il risultato di una lunga
permanenza di Patty in California e della collaborazione con
il chitarrista londinese Paul Martinez, con cui compone i vari
brani. La gestazione del disco è lunga e fitta di misteri, si
inizia a parlarne fin dal 1981, ma è nel giugno del 1982 che
l'album viene finalmente pubblicato in Italia, preceduto da un
notevole battage pubblicitario e da voci riguardanti una
possibile versione in lingua inglese (destinata al mercato
europeo e americano) che non vide mai la luce. Peccato, perché
il punto debole di questo lavoro sono proprio i testi in
italiano. Il disco libera energia pura, perché possiede ritmo
e arrangiamenti originali e decisi: la
produzione di David Kahne (famoso produttore di band new-wave
americane, come Romeo Void e Translator) e la registrazione
presso gli studi Automat di San Francisco (celebri
per la loro
avanzata tecnologia) accentuano ed evidenziano le peculiarità
rock della Strambelli. La sezione ritmica viene privilegiata in
ogni brano (eccetto La viaggiatrice You) allo scopo di
creare un impatto sonoro unico su cui inserire la voce,
magistralmente calibrata nei suoi registri più elaborati.
Questo album
rimane per i più un lavoro "incomprensibile", ermetico ed
astratto, ma rappresenta senza ombra di dubbio, nella lunga
e discontinua carriera di Patty Pravo, uno dei
momenti più creativi.
Personalmente non smetterò mai di amare abbastanza questo
album; trovo che il suo fascino sia, come per il precedente
Biafra, intoccabile e immutabile. Questi sono, secondo me,
dischi che vanno al di là del tempo e delle mode musicali e
che, al pari di opere come Horses, di Patti Smith e
Desertshore di Nico, resteranno indelebilmente
scolpiti nella mente e nell'anima dei loro fedelissimi estimatori.
Ottima la resa sonora su vinile della stampa tedesca
dell'album, di livello qualitativo decisamente superiore
rispetto a quella italiana e alla non brillante versione in
compact disc.
Pagina inserita il 19.9.2011
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