Patty, mi hai sposato e lasciato: ti aspetto ancora

 

A SANREMO E' ARRIVATO DAL BRASILE UN INASPETTATO MESSAGGIO D'AMORE

PER LA "DIVINA" DELLA CANZONE

 

 

SANREMO - Febbraio - "Quando l'ho vista sul palc dell'Ariston e ho sentito le parole della sua canzone, a casa mia si è fermato il tempo, il mio cuore ha avuto un sobbalzo. Mentre Nicoletta cantava "E io verrò un giorno là, ci daremo la mano e mai più ti lascerò", si è riaperta in me un'antica ferita: il fallimento del nostro matrimonio, la sofferenza per quella storia d'amore che si interruppe bruscamente. Sì, ancora adesso provo forti emozioni quando rivedo lei, la mia ex moglie: sono felice per il suo successo, ma penso anche a quello che poteva essere fra noi e non è stato. E in fondo al cuore coltivo ancora un filo di speranza: che un giorno le nostre strade possano incrociarsi di nuovo".

Con queste parole, in modo inatteso, esce allo scoperto per la prima volta dopo tanti anni un uomo che è stato molto importante nella vita di una grande stella del Festival di Sanremo: l'ex marito di Patty Pravo, nome d'arte di Nicoletta Strambelli. Lui si chiama Franco Baldieri, lavora come arredatore di appartamenti di lusso e da lungo tempo vive dall'altra parte del mondo, in Brasile. Dunque, mentre la Pravo è tornata all'Ariston, imponendosi con la sua personalità da leggendaria interprete della nostra musica, al di là dell'oceano c'era lui, Baldieri, l'ex marito, che l'ha vista in televisione grazie al satellite e ha sentito dentro di sé tutto il peso dei rimpianti.

E così ora ci racconta le sue sensazioni e apre uno spaccato per molti versi inedito sul passato della "Divina" della canzone, come è soprannominata Patty Pravo per l'alone di mito che la circonda. Lei, infatti, salita alla ribalta negli anni Sessanta con un successo intramontabile come "Ragazzo triste" e ribattezzata "ragazza del Piper", dal nome del mitico locale romano in cui si esibiva, è sempre stata piuttosto enigmatica, sfuggente, sulla sua vita, sui suoi amori, creandosi attorno un'aura di mistero.

"In effetti", dice Franco Baldieri, "non è una donna facile, Nicoletta. Ma è una donna che sa amare, che sa legare un uomo a sé, forse per sempre, e io l'ho provato sulla mia pelle: quando ci siamo lasciati, del resto, mi sono trasferito in Brasile anche per cercare di dimenticarla, ma non credo di esserci riuscito fino in fondo. E ora, inutile nasconderlo, mi piacerebbe rivederla".

Baldieri mi parla dalla sua casa di San Paolo, in Brasile, dove vive da solo. Parla a distanza di oltre trentasette anni dal matrimonio con Patty Pravo, che avvenne nel 1972, e le sue parole hanno il sapore di un appello alla sua ex moglie: "E' passato tanto tempo, sì, ma il fatto è che, dopo la storia con Nicoletta, non sono più riuscito a farmi una famiglia", dice....

Baldieri, partiamo dall'inizio. Come cominciò tra voi? Era il 1971, Nicoletta era già molto nota e usciva da una lunga storia con il batterista Gordon Faggetter. All'epoca lavoravo a Roma e la conobbi grazie a un amico comune, un astrologo. La vidi, la prima volta a una cena: si presentò con una pelliccia di lince che non si tolse mai per tutta la serata, fino a quando sogghignando disse: "Sapete, non tolgo la pelliccia perché sotto indosso solo il pigiama". Poi, mi strizzò l'occhio e scoccò il colpo di fulmine. Conoscendola, scoprii in lei una donna determinata, ma anche fragile, con le sue sofferenze.

Perché soffriva Patty Pravo? Quando cominciò la nostra storia mi disse subito: "Io ho bisogno di una persona accanto, di un punto di riferimento forte". Si portava dentro il tormento per un'infanzia tra luci ed ombre: mi raccontò che i genitori, papà autista di motoscafi a Venezia e mamma casalinga, fin da piccolissima l'avevano affidata alla nonna perché a casa non c'erano molti soldi e faticavano a mantenere Nicoletta e gli altri figli, Giancarlo e Fiorella. Nicoletta conviveva con il dolore di non essere cresciuta con i genitori, anche se, in fondo, a loro ha sempre voluto bene. Aveva bisogno di qualcuno che le volesse bene sempre vicino per colmare certe mancanze. E a quel tempo aveva trovato me: per un anno ci frequentammo, pur restando a vivere in case diverse eravamo inseparabili, sempre insieme. Mi aveva stregato e scoprii in lei una dolcezza che non mi aspettavo. Finché, una sera, le chiesi di sposarmi.

Dove avvenne il matrimonio? Al comune di Roma il 2 febbraio 1972. Non invitammo nessuno. "Inviteremo i nostri genitori e i nostri amici quando ci sposeremo in chiesa", fu la promessa reciproca. Nicoletta si presentò con la stessa pelliccia di lince che indossava la sera in cui ci eravamo conosciuti. Qualche giorno dopo, partimmo per un viaggio di nozze in Egitto, una crociera sul Nilo durante la quale passammo i momenti più felici del nostro legame. E al ritorno andammo a vivere insieme. Ma la convivenza ebbe un effetto negativo su di noi, e presto le cose si misero a funzionare meno bene".

Perché? Nicoletta iniziò a trascurarmi per dedicarsi quasi totalmente al suo lavoro. Per lei era un periodo molto intenso, tutti la volevano, tutti la invocavano. E cominciò a essere sempre più assente. Era come se, con la convivenza, con le nozze, si fosse rotto il nostro incanto. La situazione precipitò quella stessa estate, sei mesi dopo il matrimonio. Io le chiesi di andare in vacanza, lei rispose che doveva lavorare. "Vieni tu con me", mi disse. "Lascia tutto e segui me". Quel giorno litigammo, lei voleva che io fossi in qualche modo la sua ombra e le dissi: "No, io non voglio essere il signor Patty Pravo". Nei giorni successivi a casa ci furono tensioni, silenzi. Fino a quando ci guardammo negli occhi e capimmo che il nostro matrimonio stava crollando. Lei andò via di casa e pochi giorni dopo mandò la ditta di traslochi a prendere la sua roba. Del resto, lei è una donna impulsiva, diretta".

E poi? Per qualche tempo provammo a vederci, a rimettere insieme i cocci. Ma non c'era verso: lei aveva 24 anni, otto meno di me, e capii che le sue prospettive erano molto diverse. Così, decidemmo di lasciarci definitivamente. A quel punto, io decisi di voltare pagina. In Brasile avevo alcuni amici che lavoravano come arredatori e decisi di provarci anch'io. Così, mi trasferii a San Paolo per cambiare mondo, per cambiare vita".

E non vi siete più cercati? Per quattro anni non ci siamo visti né sentiti. Poi, un giorno, durante un mio soggiorno a Roma, la incontrai per caso. Ci fissammo a lungo, poi ci abbracciammo. "Restiamo amici", fu la promessa. E da allora, ogni tanto ci sentiamo. Qualche volta ci siamo anche incrociati, a Roma. Ma sono ormai anni che non ci vediamo".

Ma lei, Baldieri, prova ancora qualcosa per Nicoletta Strambelli? In tutti questi anni ho sempre voluto, in qualche modo, liberarmi del "fantasma" di Nicoletta, dimenticare la delusione. Pensavo di riuscirci vivendo dall'altra parte del mondo, dove è più difficile che mi arrivino notizie sulla sua vita, sui suoi amori. Ma evidentemente non riesco a scrollarmela di dosso: sentire quella sua canzone a Sanremo, un testo bellissimo che parla di un possibile ritorno di fiamma in una coppia, mi ha di colpo fatto tornare in mente la nostra storia con tutto il carico delle amarezze".

Dunque, la porta di casa sua è sempre aperta per la sua ex moglie Patty Pravo? Sempre, sì. Mi chiedo che cosa accadrebbe se ci rivedessimo per passare qualche giorno insieme. Continuo a ripetermi che non è mai troppo tardi.

 

 

Francesco Cordella - Di Più n. 9 - Febbraio 2009

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