Cercati in me

 

 

 

 

Le nuove visioni dal Paradiso di Giuni Russo

 

 

 

 

 

Lei è tornata, evocata dalla "sacerdotessa" Maria Antonietta Sisini che da varie lune si dedica alla celebrazione dell'arte di Giuni. Celebrazione che nel corso di questi ultimi anni ha riportato alla luce diversi documenti visivi e sonori. Personalmente ho molto gradito la ristampa di Energie e sono stato letteralmente travolto dal progetto Unusual, il disco di duetti con artisti come Lene Lovich, la grande Toni Childs, Elena Vittoria e Caparezza, dove son stati riproposti pezzi storici della cantante con nuove vesti musicali e vocali.

 

E che dire della versione in dvd, di quel bellissimo concerto all' Auditorium di Milano del 2001? Sono stato altresì felice della riedizione dell'album A casa di Ida Rubinstein con le armonie e le tracce vocali a suo tempo escluse dal montaggio finale del disco e ho goduto del DVD allegato (documento davvero unico) con le immagini di un concerto del tour Mediterranea del 1984. Ultimi, in ordine di pubblicazione, il triplo cofanetto The Complete Giuni (con l'inserimento di brani mai apparsi su cd) e un DVD (docufilm) curato da Franco Battiato che ha però lasciato delusi e scontenti molti acquirenti sia per i contenuti che per la scarsa qualità del prodotto...

 

Ma eccoci a questo nuovo lavoro, concepito con brani inediti e nuovi arrangiamenti di pezzi già pubblicati. Aprono il  il CD due brani fino ad oggi sconosciuti, composti da Giuni Russo. Il primo, Cercati in me, ha un testo a carattere spirituale, introspettivo, la voce è in primo piano e il coro in sottofondo; un pezzo carino, un po' ripetitivo, purtroppo vestito di modeste sonorità elettroniche. L'altro è La settima stanza: il testo sempre intriso di spiritualità (che è poi il tema del disco) e ancora una musica di facile presa. Segue la riproposta di Amore intenso, composta in coppia con la Sisini, dove tutto mi rimanda ad Alice, sia per la melodia che per le parole, ma qui manca qualcosa... Si prosegue con la già nota Oceano d'amore (Russo/Sisini) a cui bisogna riconoscere un bel testo e una musica semplice ed efficace. Arriva la prima rivisitazione di un pezzo sacro, l'Ave Maria di Giuseppe Verdi, interpretata con rispetto e partecipazione.

 

La voce di Giuni è sempre molto intensa e non è superfluo ribadire che è il valore indiscutibile di ogni sua interpretazione. Ma, come accade anche con Mina, questo non può sempre giustificare qualsiasi scelta di repertorio.

 

Ecco poi il terzo inedito, Ninna Nanna (Russo/Sisini), dedicata a Gesù Bambino: testo "sacro" e relativo coro. Il tappeto sonoro segue bene la voce della cantante ma il pezzo non riesce a decollare. Viene riproposta anche Adeste Fideles, una song popolare del XVII secolo, già presente come bonus nella ristampa di Energie. Trovo l'arrangiamento del pezzo "terribile", non mi è piaciuto. Chiude il lavoro una mini-suite con tre brani in versione "remix 2008": Fogh In Nakhal, inedito (tradizionale iracheno) unito a Sakura (tradizionale giapponese) e a Nada Te Turbe, composto dalla stessa Giuni e dalla Sisini. La mini-suite è carina, il lavoro di remix buono e la voce della cantante sempre molto toccante, ma non siamo, secondo me, ai livelli di espressione artistica a cui Giuni ci aveva educato, e a volte anche con brani meno pretenziosi...

 

Che dire? Io apprezzo l'arte di Giuni Russo e la sua straordinaria vocalità ma non amo questo tipo di operazioni, fatte passare come un dono carico di grande sacralità e spessore spirituale, sebbene frutto di una ricerca in tal senso... Anche perché alcuni di questi pezzi credo siano provini, altri invece non erano mai stati incisi ma solo eseguiti dal vivo e il loro assemblaggio su questo disco non risulta molto felice. Nelle note di presentazione si parla, appunto, della ricerca spirituale di Giuni Russo, del suo ispirarsi a figure mitiche e mistiche come Santa Teresa d'Avila o San Giovanni della Croce e del cammino artistico verso musiche meno legate alle classifiche ma più profonde e sentite dalla cantante. Ma alla fin fine, nella sua complessità, questo nuovo lavoro non mi convince in pieno. E poi mancano le date dei pezzi, la grafica del cd è assai spartana e gli arrangiamenti (essenziali per la riuscita di un album) sono molto inferiori a quelle che erano le mie aspettative.

 

Penso ad Alice e al bellissimo God Is My DJ, dove la cantante riusciva ad immergere l'anima dell'ascoltatore in un viaggio spirituale fluido e intenso, purificatore... Qualcuno potrebbe obiettare che sto parlando di due proposte e di due voci diverse, ma poiché le finalità dovrebbero essere le stesse, non mi sento di affermare che in questo caso il risultato sia stato raggiunto con successo. Ho invece l'impressione che la figura di Giuni venga addirittura sminuita da questo tipo di operazioni. Avrei preferito - come molti del resto - le ristampe rimasterizzate di dischi come Vox o Mediterranea, che sono dei piccoli gioielli musicali, a questa riesumazione di rarità e inediti, messi insieme e pubblicati forse con troppa "disinvoltura".

 

Amo da sempre Giuni e credo che il miglior modo per ricordarla sia la cura del materiale proposto al pubblico e l'onestà intellettuale da parte di chi gestisce la sua arte. Questi invece mi sembrano più che altro prodotti destinati a pochi e irriducibili fans, allo zoccolo duro, quelli che amano possedere tutto, ma proprio tutto, senza mai preoccuparsi di fare esercizio di una sana e civile critica.

 

ERNESTO PICENNI - 6.1.2009