A due anni dalla scomparsa dell'artista viene
pubblicato un disco tributo, formato da una particolare
selezione di brani realizzati con la complicità di
alcuni affezionati e singolari interpreti, pronti a
confrontarsi virtualmente con la voce magica e inconfondibile di Giuni
Russo. Il progetto è completato da un DVD che comprende
la registrazione di 11 brani estrapolati dal
concerto tenuto dalla cantante all'Auditorium di Milano
il 4.4.2001.
Il
repertorio di Giuni Russo si è vestito di nuovo,
non perché i vecchi e preziosi "abiti" fossero lisi o
passati d moda, tutt'altro, ma per essere indossati e sfoggiati nei colori accesi di tagli
nuovi e originali. A "sfilare", duettando virtualmente,
sono "pochi ma buoni" interpreti che fanno propri
i testi e
le atmosfere senza rubare la scena ad una voce unica e
irripetibile.
I virtuosismi del
talento di
Giuni e dei suoi ospiti disegnano traiettorie di
note trasversali e asimmetriche in un cielo senza
nuvole, "nel blu dipinto di blu" dove osa volare solo la
buona musica. Un ottimo lavoro in cui avrebbero potuto
trovare spazio la personalità e la creatività di molti
altri artisti. E sulla defezione di alcune "illustri e
grandi colleghe nazionali" ironizza Maria Antonietta
Sisini (idea-progetto-produzione) nelle note di
presentazione dell'opera, riportate in un dettagliato
book all'interno dell'elegante confezione.
La prima perla,
Morirò d'amore, ci viene offerta dalla voce
inconfondibile di Toni Childs che interpretando
il brano in inglese lo nobilita ulteriormente con un tocco
di meritata internazionalità.
L'intuitiva e
dirompente genialità di Caparezza spesa per
Una vipera sarò straripa di freschezza e ritmo,
insieme ad un linguaggio moderno e irriverente. Un
fiume in piena che inonda la musica e il testo di una
canzone che sembra essere stata scritta oggi. Questa versione sarebbe
potuta diventare
"un intelligente tormentone" se avesse goduto della
stessa promozione riservata dalle radio a pezzi
decisamente minori. Ma la nota dolente è proprio questa:
le radio non sono più "libere"...
La sua figura,
onirico e malinconico testamento d'amore, vede la
delicata presenza di Franco Battiato che si
distingue (qualche traccia dopo) con la stessa
leggerezza anche nel brano Strade parallele, già
pubblicato nell'album Se fossi più simpatica sarei
meno antipatica, inciso da Giuni Russo nel
1994.
Lene Lovich
lascia nel disco la sua "anomala" impronta canora,
particolarmente eccentrica e suggestiva, stravolgendo il
mood ma non il significato di Moro perché non moro.
Seguono Elena
Vittoria in Love is a woman, tratta
dall'omonimo album in inglese del 1975, composta ed
incisa da Giuni molto prima del "diluvio" di
popolarità, e poi La Sposa, con le "voci divine"
del coro delle Carmelitane Scalze.
Vladimir Luxuria
duetta senza gigioneggiare nel gradevole divertissement
Illusione ed perfettamente intonato ed in linea
con la costruzione musicale d'antan del brano e la
sobria vanità del testo.
Le Mab
sostituiscono degnamente Rettore nella nuova
versione di Adrenalina, mentre i Megahertz
rielaborano senza stravolgimenti la
sempiterna Un'estate al mare.
C'è anche
American man, un brano inedito, piacevole e molto
orecchiabile arrangiato da Roberto Colombo e
recuperato per l'occasione da una stampa Test del
1979/80.
Ottima la scelta
delle foto in bianco e nero, alternate ai testi delle
canzoni e alle brevi guide all'ascolto, raccolte nel
booklet curato, tra gli altri, da Mauro Balletti.
Ma le sorprese non
finiscono qui, il progetto comprende un DVD con le
riprese effettuate durante il concerto tenuto da
Giuni all'Auditorium di
Milano il 4 aprile 2001. Undici brani che rappresentano
un documento raro e preziosissimo. E tra le note "live" de La
Zingara, Lettera al Governatore della Libia,
Il sole di Austerlitz, L'Attesa, la presenza dell'artista quasi si
materializza, fino a fondere e confondere passato,
presente e futuro, per poi approdare in quel luogo
dell'anima senza tempo né spazio dove i veri artisti non
smettono di esistere.
26.5.2015 - Rosario Bono