Giuni è tornata nei miei pensieri grazie alla ristampa
di due dischi di valore come Vox e Mediterranea
che fanno parte del mio corredo musicale di gioventù. Molti
fans della cantante ne attendevano la pubblicazione e la Rhino
Records ha compiuto il piccolo miracolo,
riunendo i due album in un unico cd.
La confezione in digipack purtroppo è molto spartana e
ripropone su fondo bianco le immagini delle due copertine dei
vinili. Non ci sono note sulla eventuale rimasterizzazione dei
supporti originali, ma vi posso assicurare che la resa è buona (original
sound, segnala il cd).
Aprono le danze di Vox due pezzi che amo molto:
Abbronzate dai miraggi e Buenos Aires. Di
entrambe le canzoni è coautore
Francesco Messina. La mia mente già viaggia piacevolmente nel
passato.
L'oracolo di Delfi e Post Moderno toccano le corde
dell'anima e mi perdo nei virtuosismi di Giuni. La prima
canzone porta anche la firma di Mario Luzzatto Fegiz
che appare con lo pseudonimo Faffner... Battiato invece
è autore del secondo brano assieme a Giuni e
Maria Antonietta Sisini.
Oltre il muro e Sere d'agosto rimettono in viaggio
la mia mente, ma la grande sorpresa arriva con Le grandi
colpe composta da Roberto Cacciapaglia e con un testo
meraviglioso scritto da Giada Di Villahermosa. Non
ricordavo bene il pezzo ma la melodia e la vocalità di Giuni
hanno avuto il potere di riaccendere subito la memoria e
riconquistarmi come non mai.
Chiude piacevolmente il disco l'affascinante e trascinante
Good good-bye che vede come coautori Franco Battiato,
Giusto Pio e
Francesco Messina.
Volendo dare un giudizio molto sintetico, Vox è un album
che scorre piacevolmente, in perfetto equilibrio tra songs molto raffinate e
altre più da "Giuni/Jukebox".
Il brano Mediterranea che dà il titolo al secondo disco mi
introduce in atmosfere suadenti e seducenti, solari e notturne
con forti richiami alla terra di origine di Giuni. Preziosa
come un cameo la citazione "il primo sole è mio" dalla
Bohème di Puccini. Segue
Limonata
cha cha, una sorta di innocente divertissement che non ho
mai apprezzato molto.
Aprite le finestre è gradevole e mi ricorda
nell'arrangiamento i Matia Bazar di Tango. Si
passa a Demenzial song che scorre molto ritmata ma senza suggestioni particolari.
Ma subito dopo mi ritrovo coinvolto nella meravigliosa Una sera molto
strana con la voce di Giuni davvero da brividi per potenza
e intensità.
Le contrade di Madrid viaggia dolcemente con le sue malinconiche
pennellate di ricordi, mentre Babilonia è energica e
aggressiva (strepitosa la versione che Giuni riusciva a
proporre dal vivo), ambedue i pezzi sono scritti con la collaborazione di
Beppe Tripoli amico della cantante.
Ciao è un pezzo di facile presa ma che non lascia il
segno, segue Champs Elysées composto da Di Martino/Maggi, un pezzo che mi piace molto sia per
l'arrangiamento musicale che per l'uso della voce.
Chiude l'album Keiko, scritta da Giuni e Maria
Antonietta Sisini, un brano musicalmente molto
orientaleggiante e avvolgente (un fin troppo "ispirato
omaggio" alla divina Yma Sumac).
Che altro dire se non consigliare di continuare a godere dell'ascolto
di queste
preziose ristampe? Quando usci Vox nel 1983 fu
un colpo di fulmine; lo preferivo addirittura a Energie perché lo consideravo più comunicativo e
più sostenuto
anche come ritmica, felicemente ispirato alle atmosfere
sonore del Battiato anni Ottanta. Energie ai tempi aveva già
lasciato tracce importanti in me ma ancora non coglievo al
meglio la straordinaria bellezza e l'unicità di quel piccolo
capolavoro.
Entrambe le ristampe mi hanno dato piacere e fatto rivivere un
periodo fantastico; non solo perché ero più giovane ma
soprattutto per l'incontro con amici speciali conosciuti
grazie anche alle opere di Giuni Russo.
Buona visione sonora.
Ernesto Picenni - 7.12.2013