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Ornella Vanoni

 

Selezione da NON HO MAI PERSO LA BUSSOLA di Sergio Bernardini

 

1987 - Garzanti Editore

 

 

 

 

Snob, sexy, civetta. Una grande artista, ma grande davvero, una cara amica che a volte riesce a comportarsi in modo da farmi uscire di testa: alcune volte comunque la pazienza me la fa perdere per davvero. Ornella è l'altra faccia della Bussola. Non lo dico io. Sono le cronache e la gente a stabilirlo, anche se non credo che la definizione sia azzeccata in pieno. C'è Mina e c'è la Vanoni. Questo si dice, tentando di inventare sottili veleni che dovrebbero, alla lunga, guastare la reale amicizia (perlomeno il sincero rispetto, non soltanto professionale) tra questi due grandi mostri sacri dello spettacolo italiano.

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La verità, invece, è che si tratta semplicemente di due "fenomeni", assolutamente diversi l'uno dall'altro. Se Mina è in un modo, Ornella è il suo opposto. Lo sanno anche loro due. E se la cosa a Mina non reca particolare disturbo, la Vanoni invece ci sta molto attenta: e a livello di comportamento e a livello professionale. Preparare un contratto che soddisfi in pieno le esigenze di Ornella, ad esempio, è fatica improba. Non per i quattrini che su quelli ci si mette sempre d'accordo e lei non è venale più di tanti colleghi suoi. Il casino sta nel decidere le date dei recital che deve tenere la Vanoni alla Bussola. Prima sono obbligato a concludere con tutti gli altri artisti che ho intenzione di presentare  nel corso della stagione, poi posso farmi avanti con lei. Ma soltanto in quel momento. Perché Ornella, prima di dichiararsi soddisfatta, vuole e pretende una assoluta equidistanza tra la sua data e quella di certe altre vedettes. Se Mina, ad esempio, è prevista in cartellone per il venerdì, lei mai e poi mai accetterebbe di cantare il giorno successivo e neppure quello precedente. Anche la vicinanza di Adriano Celentano è poco gradita a Ornella e io sono obbligato a tener sempre conto di questo nella stesura del palinsesto settimanale. Sia chiara una cosa. Ornella non fa questo per paura o anche per semplice timore del paragone. Lei sa benissimo che viene a esibirsi nel tempio della musica italiana e nel "covo" di Mina-Celentano. Del resto ha un rispetto grandissimo per i suoi due colleghi. Sa anche un'altra cosa importantissima: che il pubblico di Mina e di Adriano è anche il suo pubblico. Non c'è distinzione di gusto o marcata preferenza per un artista piuttosto che per un altro. E' il pubblico dei mostri sacri. E anche lei è così. Meglio intervallare, dunque, a suo avviso: non costringere la gente ad una maratona dietro l'altra per poter assistere a recital così importanti e così continui. Questa perlomeno è la sua motivazione. Naturalmente io credo che un pizzico di dubbio rispetto al discorso legato al paragone ci sia da parte di Ornella. E non mi pare scandaloso pensarlo.

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Rustici e caserecci Mina e Celentano. Provocante e sofisticata lei: le sue armi vincenti, insieme con quella sua particolarissima voce e quel suo saper essere interprete come nessun altro riesce a fare in certi casi. Provocante e provocatoria, persino. Altrimenti non arriverebbe mai al punto di scandalizzare (piacevolmente, devo dire) il pubblico delle prime file nel corso di un recital che la vede particolarmente in forma, cioè grande come sa essere soltanto lei. Non capisco davvero perché, al pomeriggio durante le prove, si rivolga in continuazione al tecnico delle luci ricordandogli che lei, quella sera, ad un certo punto di una canzone il cui titolo ora mi sfugge (ritengo possa trattarsi di "Senza fine") vuole che lo spot "solare" la illumini dal basso verso l'alto. Non mi pare una cosa così importante. Sbaglio, naturalmente. Lei ha già preparato il suo grande colpo di teatro. Questo: vestito bianco aderentissimo, espressione del viso da civetta come mai. S'accende il famoso e richiestissimo riflettore e per la gente (i maschietti in particolare) c'è Ornella che sotto il vestito non porta proprio nulla, come direbbero i Vanzina. L'effetto-luce è dirompente, l'effetto-Vanoni anche, visto che bisogna tener presente un fatto importante: ancora lontani sono i tempi delle Ciccioline o delle Moana Pozzi di turno, tutta merce tra l'altro da non confondere minimamente e neppure da accostare lontanamente con una donna affascinante che arriva alla provocazione con una classe che le ragazzine di oggi manco si sognano e neppure possono sperare di possedere.

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Grande e vip. Vip come la gente che ama frequentare dopo i suoi concerti. Ornella raramente rifiuta l'invito ad un tavolo dove la grandeur (ma anche la cultura) regna sovrana. Anche in questo senso è l'opposto di Mina che, al contrario, preferisce la compagnia della gente semplice. Ornella non fatica a inserirsi negli ambienti più "in" che esistono sulla piazza estiva. E qui diventa l'attrazione vera del gruppo. Lei con il suo saper fare e il suo saper dire. Una donna di classe con la quale si può parlare di qualsiasi argomento senza che lei provi imbarazzo o vuoti di conoscenza.

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Apparentemente distaccata dalle cose del mondo (cioè da quelle che non riguardano il "suo mondo") in realtà Ornella dimostra altruismo e coraggio da vendere. Un episodio che non potrò mai dimenticare la lega proprio a Mina, a doppio filo, e dimostra quanto false e strampalate fossero le chiacchiere sorte intorno alla loro presunta, perfida, persino violenta mania di concorrenza.

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Il sabato sera (uno dei tanti sabati sera dedicato ai big) Mina deve cantare. Ecco, il venerdì vado nel suo albergo per prenderla ed accompagnarla alle prove e la  trovo a letto rossa come un pomodoro maturissimo. Ha un febbrone da cavallo e manco un filo di voce. Un bel pasticcio: tutti i biglietti sono già stati venduti, ma è certamente impensabile che lei possa presentarsi in scena conciata a quel modo. Ecco però il famoso e letterario "eureka" farmi sobbalzare. Non so come potrà prenderla Mina, ma soprattutto non riesco ad immaginare come potrà reagire Ornella, ma l'idea se riesco a portarla a termine, per folle che possa sembrare, non è malvagia. Sì, insomma, so per certo che Ornella Vanoni sta in vacanza proprio al Forte dei Marmi. Dovrei riuscire a convincerla a cantare al posto di Mina. Per il pubblico non sarà certo un problema. Anzi, in questo modo, sfaterei anche la leggenda fasulla della "doppia tifoseria". Mina, più a gesti che non con le parole, mi fa capire che a lei la cosa sta benissimo e che non avrebbe nulla da eccepire neppure a livello contrattuale. Ora si tratta di vedere come cavolo la prenderà Ornella.

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"Sai in che guai mi stai per cacciare, Sergio?": questa la sua prima risposta che, fortunatamente, non significa un diniego. "Nessuna paura, Ornella. Anzi, a mio modesto modo di vedere e per quel poco che conosco il mio favoloso pubblico, farai un doppio figurone". Inaspettatamente accetta: "Ma non per te, ricordalo. Semmai per fare un favore alla mia amica...". A mezzanotte alla Bussola è una bolgia. A mezzanotte canta la Vanoni. A mezzanotte arriva, inattesa e avvolta dentro una coperta, Mina e si va a piazzare in sala, nelle prime file, seduta su di un gradino. Un successo favoloso. E a spellarsi le mani per applaudire più di tutti gli altri Ornella che canta è proprio Mina che, alla fine dello spettacolo (più stremata lei per via della febbre che non le è passata, che non la Vanoni per la fatica del recital) si fa trovare in camerino. E le due colleghe si abbracciano: "Grazie, un giorno vedrò di ricambiare", dice Mina. "Per carità, quasi un dovere. In quanto al ricambiare... meglio lasciar perdere", risponde Ornella: ed entrambe si fanno una bella risata. Sono tutte e due felici. Penso: "Mi piacerebbe che, proprio ora, entrasse qui dentro uno di quei pettegoli corrispondenti dei soliti giornaletti rosa. Vorrei proprio sapere che cosa gli verrebbe in mente di inventare sulla "terribile concorrenza tra Mina e la Vanoni". Ma è chiaro che in momenti come questi nessuno di quei tali vuol farsi vedere.

 

PAGINA INSERITA IL 25.7.2008

PHOTO Michel Comte