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E gli anni a rotolare dalle lenzuola in giù...

 

 

 

 

Uno degli album che ancora oggi colloco ai vertici dell'immensa produzione discografica di Mina è senza dubbio Amanti di valore. Un' opera particolare, senza tempo, ispirata e compiuta. A mio avviso, una pietra miliare nella storia della musica leggera italiana.

 

Undici canzoni griffate Franco Califano e Carlo Pes, pensate e costruite su misura per Nostra Signora della Musica.

Tema principale l'amore, intenso e sofferto, che si fa parola per raccontare l'eros e le sue problematiche attraverso un forte desiderio di riscatto tutto femminile. Ma in un'atmosfera di pregnante malinconia e lucido disincanto c'è posto anche per la leggerezza, grazie all'ironia di un paio di brani-giocattolo, divertenti e originali, giusto per spezzare l'alta tensione emotiva che avvolge l'intero lavoro, o forse per ricordarci di non prendere mai troppo sul serio le storie d'amore (e tanto meno le canzoni). Parole importanti, cantate con stile, mai gridate, interpretate con sobria maestria, godibilissime, in perfetto equilibrio tra buona musica (Pino Presti e Carlo Pes) e superbe sfumature vocali, cibo degli dei con cui Mina ha svezzato e "tirato su" più di una generazione di estimatori.

 

T R A C C E . . .

 

Amanti di valore - Incontri notturni, senza limiti e pudore - "ci siamo consumati rischiando la follia" - per poi decidere di non incontrarsi più e tornare ad essere "i borghesi di sempre"...

 

La vita goccia a goccia - L'amore esasperato, consumato a baci e morsi tra "il meglio di un pensiero ed il peggiore dei discorsi", poi l'inevitabile addio e la scelta di una dignitosa solitudine...

 

Ieri, ieri - Nessun bilancio in amore, ieri non esiste più, esiste solo domani e la volontà di cambiare: "la vita inizia da stasera in poi"...

 

I sogni di un semplice - Un ricordo intriso di malinconia per un uomo speciale.

 

La solita storia d'amore - Brano più che altro strumentale, poche parole "evidenziate" ad effetto e tanta ironia.

 

Un po' d'uva - Forse la canzone più breve della storia, 30 secondi, per invitarci a girare il 33 giri e continuare l'ascolto dopo una piccolissima pausa...

 

Il poeta che non pensa mai - La consapevolezza di una donna di non avere al proprio fianco il poeta che aveva creduto di incontrare. L'uomo sbagliato e il coraggio di chiudere una storia: "Perché poeta non sei stato mai coi limiti che hai". Piccolo capolavoro.

 

La mia vecchiaia - Il tema suggerito dal titolo non deve trarre in inganno. In effetti è una canzone sul perdono. Il tempo che passa può mitigare ogni cosa, da qui l'invito a ritrovarsi e sostenersi a vicenda, per lenire il dolore, per non morire soli.

 

Carlo detto il mandrillo - E' il secondo pezzo scanzonato a cui ho fatto cenno nella presentazione. Da ascoltare, ma anche da cantare in coro! Puro divertimento...

 

Inibizioni al vento - Superare ogni barriera, portare l'amore fisico all'accesso per accontentare chi chiede sempre di più: "E gli anni a rotolare dalle lenzuola in giù". Il sesso fine a se stesso, esclusivo, senza nient'altro intorno, senza carezze, senza sorrisi, senza normalità. E alla fine la forza di una donna di dire basta e andare via.

 

Ninna nanna amore stanco - Per chiudere con tenerezza, ma senza smettere di riflettere...

 

 

[La prima versione di questo album apparve nell'autunno del 1973 insieme a Frutta e verdura, secondo microsolco della consueta doppia emissione discografica annuale di Mina. Entrambi i 33 giri erano avvolti in un poster pieghevole che fungeva da sovracopertina, ricco di bellissimi primi piani dell'artista]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rosario Bono - 14.8.2013