Sono costretto ad autocitarmi: "Voglio
considerare l'album Facile al tempo stesso un punto di arrivo
e un punto di partenza, non per Mina che non ne ha bisogno, ma
per me che desidero conservare la voglia di riscoprirla
ancora, in futuro, diversamente uguale o ugualmente diversa,
come in questo album".
Mina - Facile - 15.12.2009
Per mettere nero su bianco
le mie impressioni su Caramella non potevo
che iniziare dalla considerazione con la quale concludevo
la recensione del precedente lavoro dell'artista.
Le aspettative non sono state deluse. La voglia di riscoprire
Mina è stata ampiamente soddisfatta. Questa nuova
creatura oltre ad essere un vero e proprio
miracolo discografico (due nuovi CD pubblicati a distanza di pochi mesi),
rappresenta una piacevole conferma di tutto quanto ho
già espresso a proposito di Facile.
E' difficile oggi trovare canzoni inedite originali,
tutto
sembra essere già stato detto, già musicato, già sentito. Le
note sono sempre e solo sette e tutte le combinazioni sono
ormai state sfruttate, come ha giustamente ricordato Ennio
Morricone in una sua recente intervista. Gli schemi
a cui le partiture devono adeguarsi per diventare canzone
nello spazio di quattro o cinque minuti, col passare del tempo
si sono ridotti pericolosamente. E' ovvio che ormai ogni
canzone possa ricordarne un'altra e un'altra ancora, ed è
sempre più facile imbattersi in un déjà vu
spesso e volentieri al limite del plagio. Credo nasca da
questo la scarsa probabilità di riuscire a creare oggi nuovi capolavori da consegnare alla
storia della musica leggera. La differenza la fanno (e la
faranno sempre di più) i testi, l'interpretazione e gli
arrangiamenti. Questi sono i tre elementi su cui ancora si può
lavorare e puntare per cambiare il destino della musica
in forma di canzone. Le annose quanto famose
critiche negative riguardanti molti brani inediti incisi da
Mina negli ultimi due decenni riguardavano proprio la
non sempre felice combinazione di questi tre fondamentali elementi.
Seppur con le dovute eccezioni, i testi e gli arrangiamenti non
brillavano certo per originalità e l' interpretazione di Mina
risultava in genere troppo accademica, priva di mordente,
insomma, quella della classica prima della classe
apparentemente svogliata e annoiata...
In Caramella,
invece (come in Facile del resto), pur accantonando
l'idea di volerci scoprire capolavori a tutti i costi, l'interpretazione è
sempre al top, da brivido, mai piatta o scontata. La voce
(oltre ad essere, come sempre, emozione pura) gode di
un ottimo trattamento da parte degli ingegneri del suono,
con risultati suggestivi e imprevisti. I testi, molto curati
nella forma espressiva e nella metrica, diventano a volte fin
troppo ricercati.
Gli arrangiamenti, così sapientemente
diversificati, non esiterei a definirli eleganti e scintillanti...
Brava, Mina, lo è sempre stata, questo lo sanno
tutti, ma troppo spesso si è adagiata sugli allori puntando
quasi esclusivamente sulle sue potenzialità vocali. Un tempo
qualcuno le fece sapere che con quella voce avrebbe potuto
permettersi di cantare anche l'elenco telefonico e, per
quanto riguarda molti (troppi) precedenti album, c'è mancato
poco che un complimento azzardato si trasformasse in una
"tragica" realtà! Ben venga quindi la strambata, la svolta...
Oggi la Signora si è saputa davvero reinventare e per
fortuna senza bisogno di stravolgere il suo modo di essere
artista, senza
tradire o rinnegare il suo stile, l'amore per le
atmosfere jazz, per i pezzi strappacuore,
o rinunciare a quelle familiari sonorità riconducibili a musicisti
e collaboratori a lei sempre cari e sempre di alto livello. Tutto è migliorato. Si respira grande energia,
c'è
voglia di stupire e una patina di modernità che in verità si era un po' persa per strada.
Si è creato un mix esplosivo che potrebbe sorprendere
anche l'ascoltatore più scettico. E di questi tempi...
E' naturale che al momento dell'ascolto poi tutto venga filtrato dalla
propria cultura musicale e dai gusti personali.
Ovvio che il
risultato finale possa piacere o non piacere. Ma questa è
un'altra storia. Nell'esprimere il proprio parere però, non bisogna
mai cadere nell'errore (magari per partito preso), di
sottovalutare il valore artistico di un prodotto ben
fatto. Riferendosi in particolare a questo nuovo episodio
musicale qualcuno lo ha addirittura definito sciatto... Questo
non lo trovo molto corretto, è da sciocchi oltre che da
incompetenti, a prescindere dai gusti e da tutte le
rispettabili opinioni.
Non credo che qualcuno possa essere così pazzo
da aspettarsi da Mina esclusivamente percorsi
alternativi o pura sperimentazione. Tocca a qualcun'altro,
credo! Lodevoli le incursioni in quel repertorio sconosciuto,
quella terra di nessuno, selciato poco battuto da Mina,
ma è giusto che restino degli episodi musicali affiancati da
altri generi, altre tracce, per completare e rendere il lavoro
più che mai eterogeneo.
Stavolta non mi voglio soffermare sui dettagli di
ogni singolo brano. Voglio continuare ad ascoltare e a godermi
per intero e per tanto tempo ancora quest' ultimo gioiello della
discografia di Mina, proprio come se fosse un'unica Caramella
dai mille sapori che, per fortuna, mai si potrà consumare...
1.6.2010 - Rosario Bono
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