V E N E Z I A * C H I E S E  Appunti fotografici

 

1^ parte  C A S T E L L O

 

 

 

 

 

PRESENTAZIONE - Ci sono diversi modi per imparare a conoscere una città. E se la città si chiama Venezia si rischia veramente di perdersi nelle centinaia di spunti che la sua storia millenaria, unica al mondo, è sempre stata in grado di offrire. Spunti che si possono cercare in una documentazione cartacea e audiovisiva infinita che spazia dall'architettura alla letteratura, dalla pittura alla scultura, dal cinema alla fotografia... Ma scegliere non è sempre facile. Spesso l'approccio rischia di rimanere confinato nelle linee convenzionali delle guide turistiche dove con un'infarinatura generale si cerca di accontentare tutti.

Con l'intento di tratteggiare in queste pagine un percorso orientativo e trasversale, ho pensato di stimolare la mia memoria fotografica e quella di chi si troverà a "passare di qui", inserendo dei punti di riferimento specifici dedicati alle chiese di Venezia (divise per sestiere)

I circa 150 edifici, sparsi equamente su tutto il territorio, faranno da fil rouge in questo piccolo tour virtuale.

Le cose che restano impresse quando si visita una chiesa sono la sua facciata e/o la sua struttura, il luogo che la ospita e la circonda e una o più opere custodite al suo interno. Dalle immagini cercate e poi salvate ho "ritagliato" alcuni di questi elementi per poterli riconoscere facilmente e ritrovarli tutti insieme con un semplice clic, perché anche grazie al Web e ai suoi infiniti collegamenti è possibile scoprire ogni volta nuovi e sorprendenti frammenti di Storia della magica Serenissima. Buona visione! Rosario Bono

 

APPROFONDIMENTI: cliccare sulle immagini delle facciate delle chiese per collegarsi alle relative pagine di Wikipedia

A

F A C C I A T E  E  P O R T A LI

 

O P E R E  E  A R C H I T E T T U R A

 

L U O G H I  E  D I N T O R N I

 

SAN GIOVANNI IN BRAGORA

Il battesimo di Cristo

Giambattista Cima da Conegliano

Campo Bandiera e Moro

 

Anche Venezia è divisa tra nord e sud: esistono i Castellani, gli abitanti di Castello e, per estensione, delle zone a nord del Canal Grande; e i Nicolotti, gli abitanti della parte sud della città, che prendono il nome dalla zona circostante la Chiesa di San Nicolò dei Mendicoli. La rivalità tra le due fazioni è stata in passato molto intensa. Castello va giustamente orgogliosa della sua storia: è il luogo in cui si trova l'Arsenale, il cuore indiscusso, insieme al mercato di Rialto, del potere di Venezia. Oggi, tuttavia, più ci si allontana da San Marco verso est, meno si sente l'influsso della città. Sulla punta estrema, dove si erge San Pietro di Castello con il suo solitario campanile bianco, la folla di San Marco è molto lontana. Il sestiere possiede alcuni gioielli dell'arte gotica e barocca veneziana. Erla Zwingle - Giulia Gatti

 

SAN FRANCESCO DI PAOLA

San Francesco di Paola libera un ossesso

Giandomenico Tiepolo

Via Garibaldi

 

Le origini di Venezia sono un capitolo oscuro della storia del Medioevo. Le fonti narrative non abbondano, poco ci ha detto finora l'archeologia e del tutto carenti sono altre testimonianze materiali utili per definire un quadro d'insieme. Nell'alto Medioevo normalmente si scrive poco, essendo i tempi alquanto difficili, e quel poco che si produce è spesso confuso e altrettanto di frequente mescola con disinvoltura il vero e il fantastico. Giorgio Ravegnani

 

SAN BIAGIO (dei marinai)

Monumento funebre ad Angelo Emo

Giovanni Ferrari (Il Torretto)

Campo San Biagio (oggi Angelo Emo)

 

Credo sia stato Hazlitt a dire che l'unica cosa che potrebbe superare questa città d'acqua sarebbe una città costruita nell'aria. Era un'idea degna di Calvino, e chi sa, nella scia dei viaggi spaziali, qualcosa di simile può ancora succedere. Allo stato delle cose, e a prescindere dallo sbarco sulla Luna, il nostro secolo si assicurerebbe un ottimo titolo per essere ricordato se lasciasse intatto questo posto, se lasciasse le cose come sono. Per conto mio sconsiglierei ogni interferenza, anche la più delicata. Iosif Brodskij

 

SANTI GIOVANNI E PAOLO (San Zanipolo)

Monumento del Doge Pietro Mocenigo

Pietro Lombardo

Campo Santi Giovanni e Paolo

 

La chiesa dei Santi Giovanni e Paolo fu fondata dai domenicani circa il 1234, sotto la diretta protezione del Senato e del Doge Jacopo Tiepolo, accordata loro in seguito ad una miracolosa visione che ebbe il Doge. La tradizione popolare racconta così questa visione. Nel 1226, il Doge Jacopo Tiepolo vide in sogno il terreno che circondava il piccolo oratorio dei Domenicani, tutto coperto di rose vermiglie che riempivano l'aria del loro profumo. Nel mezzo delle rose volavano alcune colombe bianche che avevano una croce d'oro sulla testa. Mentre il Doge guardava e ammirava, ecco scendere dal cielo due angeli con incensieri d'oro nelle mani, ed il profumo dell'incenso si unì a quello delle rose. Il Doge udì una voce chiara e forte che esclamò: "Ecco il luogo che io ho scelto per i miei predicatori". Svegliatosi, il Doge corse in Senato e raccontò la visione. Ed il Senato decretò che fosse donato quel terreno ai Domenicani, ed il Doge vi aggiunse per conto suo altri donativi ancora più importanti. John Ruskin

 

SAN MARTINO DI TOURS

Altare Maggiore

Fondamenta del Piovan

 

Questa città ci lascia senza fiato in ogni momento, anche col variare delle condizioni meteorologiche, che poi possono variare solo entro un campo piuttosto limitato. E se noi siamo parzialmente sinonimi dell'acqua, che è totalmente sinonimo del tempo, il sentimento che proviamo verso questo posto migliora il futuro, contribuisce a quell'Adriatico o a quell'Atlantico del tempo che immagazzina i nostri riflessi per quando noi saremo scomparsi da un pezzo. Iosif Brodskij

 

SANT'ELENA IMPERATRICE

Pala (altare)

Porticciolo (campanile)

 

D'inverno, specialmente la domenica, ti svegli in questa città tra lo scrosciare festoso delle sue innumerevoli campane, come se dietro le tendine di tulle della tua stanza tutta la porcellana di un gigantesco servizio da tè vibrasse su un vassoio d'argento nel cielo grigio perla. Spalanchi la finestra, e la camera è subito inondata da questa nebbiolina carica di rintocchi e composta in parte di ossigeno umido, in parte di caffè e di preghiere. Iosif Brodskij

 

SAN PIETRO DI CASTELLO

L'Immacolata Giovanni Maria Morlaiter

Piazzale e porticciolo

 

Ti viene spontaneo toccarla. La sfiori, l'accarezzi, le dai buffetti, la pizzichi, la palpi. Metti le mani addosso a Venezia. Ti appoggi sui parapetti dei ponti. Le balaustre del ponte di Rialto sono state lucidate da milioni di mani: segno che anche tu ti stai portando via qualche molecola di pietra. Ti resta impigliata sui polpastrelli, nei solchi delle impronte digitali. Tiziano Scarpa

 

SAN GIUSEPPE DI CASTELLO

Adorazione dei pastori e San Girolamo

Paolo Veronese

Campo Sant'Isepo

 

Ciò che rende Venezia assolutamente senza eguali, è la Pittura. Essa fu la patria, la madre di alcuni maestri di prim'ordine che non si possono conoscere veramente se non nei suoi musei, nelle sue chiese e nei suoi palazzi. Il Tiziano, Paolo Veronese non si rivelano che a Venezia nel loro geniale splendore. Guy De Maupassant

 

SAN ZACCARIA

Organo Gaetano Callido

Campo San Zaccaria

Sul lato sinistro nella chiesa di San Zaccaria c'è la splendida pala di Giovanni Bellini. Nel 1506, il celebre Albrecht Dürer vide quest'opera e, scrivendo a un amico da Venezia, affermò che nessuno dei pittori veneziani poteva vantarsi di essere "vegeto" come il vecchio Giambellino (che aveva, allora, settantacinque anni). Guido Fuga - Lele Vianello

 

SAN LAZZARO DEI MENDICANTI

Sant'Orsola e le undicimila Vergini

Jacopo Tintoretto

Rio dei Mendicanti

 

Il visitatore sensibile o è respinto da Venezia oppure, di buon grado, le si assoggetta per poi godere della propria resa. E' impossibile l'indifferenza verso una città che, in maniera così violenta, assale i sensi e che concentra, in poche miglia quadrate di acqua salata e pietra, considerevoli frammenti della storia religiosa ed estetica europea. John D. Rosenberg

 

SAN FRANCESCO DELLA VIGNA

Madonna col Bambino in trono

Antonio da Negroponte

Orto e campanile

 

Marco Ziani, figlio del doge, nel suo testamento del 1253 lasciò ai Frati Minori la sua vigna nel territorio di Santa Giustina. Qui i francescani edificarono l'originaria chiesa gotica. Dopo tre secoli, in procinto di crollare, la sua ricostruzione venne affidata al Sansovino. Il progetto è da molti considerato il primo esempio di architettura rinascimentale di Venezia (1534-1554). La facciata è stata realizzata nel 1569 da Andrea Palladio in stile classico. Sul retro il campanile cuspidato, simile a quello di San Marco, è uno dei più alti della città. Erla Zwingle - Giulia Gatti

 

 

CHIESA DELLA PIETA'

Cena in casa di Simone il fariseo

Alessandro Bonvicino (Il Moretto)

Rio della Pietà

 

Questa chiesa, chiamata dai veneziani semplicemente la Pietà, appartenne a uno fra i più famosi ospizi di Venezia, che aveva sede nell'edificio attiguo. L'istituto fu fondato nel 1346, con il nome Ospizio degli Esposti, e godette di una particolare protezione da parte del papa e del doge. Ogni anno il doge lo visitava con grande seguito nel giorno della Domenica delle Palme, per ascoltare il canto delle orfanelle, che ricevevano qui un'eccellente educazione musicale. Nel Settecento vi insegnò il compositore e violinista Antonio Vivaldi. Marion Kaminski

 

 

 

SANTA MARIA FORMOSA (facciata + campo + particolare del campanile)

Facciata ovest

Santa Barbara Palma il Vecchio

Campo Santa Maria Formosa

 

Se c'è qualche cosa di erotico nelle marmoree conseguenze di quei disegni architettonici, va ricercato nella sensazione che suscitano quando l'occhio si posa su una di esse - una sensazione simile a quella dei polpastrelli che toccano per la prima volta il seno o, meglio ancora, la spalla dell'essere amato. E' una sensazione telescopica, la sensazione di entrare in contatto con l'infinito cellulare dell'esistenza di un altro corpo - una sensazione nota come tenerezza e proporzionata, forse, solo al numero di cellule che quel corpo contiene. Iosif Brodskij

 

SAN LORENZO + Campo + Rio + Ponte omonimi

 

Acqua è uguale a tempo, e l'acqua offre alla bellezza il suo doppio. Noi, fatti in parte d'acqua, serviamo la bellezza allo stesso modo. Toccando l'acqua, questa città migliora l'aspetto del tempo, abbellisce il futuro. Ecco la funzione di questa città nell'universo. Iosif Brodskij

 

SANTA MARIA DEI DERELITTI (Ospedaletto)

Sacrificio di Isacco

Giambattista Tiepolo

Calle Barbaria de le Tole

 

Nei paesi del nord una scultura oscura e rozza riempie le chiese con rappresentazioni confuse e di difficile interpretazione; ma per Venezia l'ingegno ed i tesori dell'Oriente hanno dorato ogni lettera e miniato ogni pagina così che il libro-tempio brilla da lontano come la stella dei Magi. John Ruskin

 

SAN GIORGIO DEI GRECI

Interno

Panorama - Rio dei Greci

 

Guarda quante chiese incontri a ogni piè sospinto. Città apparentemente bigotta, di fatto teologicamente anarchica, devota a una pletora di santi e santerelli, adepta di una religione esplosa, disseminata, completamente pazza. Tiziano Scarpa

 

SAN LIO

Soffitto della navata Giandomenico Tiepolo

Campo San Lio

 

La cosa prodigiosa, il vero cortocircuito è che Venezia è l'idea di sé stessa. E' l'archetipo ideale della sua sostanza reale. Non sta in un iperuranio immateriale, ma è qui, nel mondo tangibile, visibile, odorabile, assaporabile: con i suoi dettagli, le sue imperfezioni, i portoni scrostati, gli intonaci che secernono muschio, i mattoni su cui fiorisce il salnitro. I nostri antenati sono riusciti a mettere in piedi qualcosa in cui il concetto e l'oggetto coincidono. Il mito e la realtà di Venezia sono la stessa cosa. Tiziano Scarpa

 

SAN GIOVANNI NUOVO (San Zaninovo) + SANTA MARIA DEL PIANTO

SANT'ANNA (facciata e retro) + Rio Sant'Anna

 

La chiesa di Sant'Anna è abbandonata in un lembo struggente della città che da via Garibaldi porta alla piccola San Pietro di Castello. E' una chiesa di proprietà del Comune, che tuttavia non sa ancora cosa farsene né dove trovare le risorse per i lavori urgenti. Nel vicinato, quasi tutto di anziani, si ricordano quand'era un ospedale militare, fino a trent'anni fa. E ora sognano una balera. Un tempo e per sei secoli, c'era invece un convento. Ci presero il velo due figlie di Tintoretto, che devote ricamarono una pala d'altare in seta. Si dice che una delle due, finito l'immane lavoro, sia diventata cieca. Fabio Bozzato

 

SANT'ANTONIN

SAN GIOVANNI DI MALTA

SANTA GIUSTINA (ex chiesa)

A

 

Non dall'aeroplano, sempre goffo, nel suo baccano ruggente e nel suo superconsumo di energie, ma dall'alto di una rasserenante, bonaria mongolfiera, che contemporaneamente fosse presa in enigmatici e rapidissimi vortici da satellite artificiale, converrebbe poi salutare Venezia, i suoi dintorni e gli estuari, in cerchi di orizzonti sempre più larghi. Il misterioso, trafiggente e trafitto scarabeo della città brilla nel mezzo della laguna, nutrito e insieme come sacrificato dentro di essa. Andrea Zanzotto

 

 

 

Per esigenze grafiche e di spazio, nella maggior parte delle immagini vengono mostrati soltanto dei particolari delle opere segnalate.

WEB PHOTO + ARCHIVIO PERSONALE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N O T E  S U L  C O P Y R I G H T

 

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PAGINA CREATA IN DATA 1.4.2021 * Ultimo aggiornamento 9/7/2022